A Sunday in India
[ita]
Una semplice gita in barca per andare sull’isola di Elephanta mi ha fatto riflettere, e ricordare quello di cui un essere umano ha realmente bisogno, del tempo nella natura a contatto con essa. Io, insieme a tutti i partecipanti, volevo la stessa cosa, camminare, respirare, stare insieme in un luogo privo di macchine e smog, a contatto con quello che ci appartiene profondamente. Lo sguardo rivolto al mare, l’attesa nei volti, momenti di silenzio alternati a momenti di risate e gioia. Si percepivano l’entusiasmo e la voglia di poter trascorrere una giornata con gli amici, con la famiglia, di mangiare insieme sotto un albero, di sentire il silenzio. L’unico modello di crescita è quello occidentale con una cultura consumistica che sacrifica tutte le risorse della terra. La crescita è considerata come una divinità globale, mentre in India si sente ancora forte la dimensione sacrale della natura, Prakrti, antico concetto Induista. Vandana Shiva nel suo libro “Terra Madre” scrive: “La crescita economica che il modello occidentale maschilista ha fatto passare, è stata la crescita del denaro e del capitale, basata sulla distruzione degli altri tipi di ricchezza, come quella prodotta dalla natura e dalle donne, secondo questo punto di vista la natura non ha valore a meno che non sia controllata e sfruttata dalla scienza”. L’India ha superato la Gran Bretagna diventando la quinta potenza mondiale, mentre il 30% della popolazione vive sotto la soglia di povertà. La globalizzazione è il nuovo colonialismo che ha prelevato risorse proprio da chi ne ha più bisogno. Il dominio dell’uomo sulla terra non è più sostenibile; la natura ha il potere di ribellarsi. L’attuale modello di crescita sta creando ricchezza per pochi e povertà per molti, disoccupazione e cambiamenti climatici disastrosi. Il mio inguaribile ottimismo mi fa pensare che una soluzione a tutto questo arriverà da noi, dalle persone che sono rimaste in contatto con la natura e che vogliono vedere i propri figli crescere nella propria terra. Questo lavoro è nato con la “Diana” la mia prima macchina fotografica ricevuta in regalo da mio padre a sette anni. Io la chiamo “la macchina delle emozioni”, dove la tecnica e il ragionamento non servono per catturare immagini, serve solo l’istinto.
[eng]
A simple boat ride to the island of Elephanta made me remember and reflect on the basic needs of a human being who longs to spend time connecting with nature. As with all of those around me, I too had the same wishes: walk, breath, and experience a place free from pollution, where one can connect with his or her deepest desires. Glancing at the sea expectantly, moments of silence alternate between laughter and joy. One perceives the enthusiasm and hope to enjoy a day with family and friends, eating, laughing, and enjoying the silence that only nature can offer. Globalization is the only new growth in western consumer culture and it sacrifices all of earth’s resources. Growth is considered a global divinity while in India they still live in a world where nature is sacred. This is called Prakrti, an ancient Hindu concept. India has exeeded Great Britain by becoming the fifth world economic power, however, 30% of the population lives in poverty. Globalization is a form of new colonialism which consumes resources to the disadvatage of those who most need them. Man’s domain on earth is unsustainable; nature is rebelling. Globalization is increasing the wealth of few and increasing poverty for many already poor, furthermore inducing unemployment and dangerous climate changes. My incurable optimism assures me that a solution will come from us, the people who stay in strict connection with nature. People who want to see their children grow in their own land. This work was born with my first camera, the “Diana,” which I received as a gift from my father when I was only 7 years old. I call it “ the emotional camera” because technicality and reasoning are not necessary for capturing images, only instinct.